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una giornata serena

appunti buttati la per i nipoti

Mattinata

girovagando per le vie della città, ho qualche decina di minuti liberi da consumare, il cielo è senza nuvole il sole scalda leggermente … potrei andare per di là … magari in un luogo diverso dal solito, ho appena fatto una consegna di cibarie per una festa, mi trovo così in un punto della città che conosco ma ho frequentato poco nel corso degli anni anzi e da diversi anni che non ci passo. Per andarmene da qui imbocco una via che come la vedo scorrere mi porta nel passato già vissuto e da qui avanzando con curiosità raggiungo la strada di casa … ma non quella della casa attuale bensì quella che percorrevo ogni giorno per andare dalla vecchia casa a scuola, sia alle elementari che alle medie, passando anche davanti all’oratorio che mi ha visto da ragazzino.

Oratorio

ho menzionato poc’anzi “oratorio” sai cos’è ? non tutti lo sanno, il classico oratorio lo dice la parola, è un luogo dove si va a pregare. In verità è un luogo si dove si va a pregare perché è gestito da preti ma é un luogo che i preti hanno creato per accogliere i ragazzini piccolini e i ragazzi un po più grandini e dare loro un posto di ritrovo con degli spazi dove giocare, fare sport, imparare qualcosa e anche pregare.

Preghiera

questa parola strana che tutti conosciamo “preghiera” o “pregare” ma veramente sappiamo cosa sia ? forse non lo sapremo mai, la prima cosa che mi viene in mente però mi porta negli anni che conobbi e praticai la meditazione attraverso un mantra e parallelamente alla recita del rosario che da ragazzino sentivo recitare in gruppo nelle chiese, è più o meno la stessa cosa, ambedue le pratiche ti portano in un piacevole stato di trascendenza dove ti rilassi talmente che …

torno nella realtà

si dice anche torno con i piedi per terra, (più tardi continuo a scrivere)

Sono nato

sono nato in una città come tante, un agglomerato di persone organizzate o quasi, facente parte di un gruppo di città sparse lungo un territorio chiamato regione, raggruppato ancora in uno spazio chiamato stato ecc.

col tempo queste città si sono ingrandite spopolando sempre più le campagne dove un tempo si viveva lavorando la terra, allevando animali utili. Abbandonando il contatto diretto con la natura e la sinergia che ci lega ad essa siamo molto cambiati.

le generazioni dei miei nonni e bisnonni viveva in campagna coltivando di tutto, allevavano mucche da latte, galline maiali … producevano in casa tutto quello che serviva per vivere egregiamente e lo vendevano anche ai cittadini per poi con il ricavato comperare da vestire o altre cose che non erano in grado di prodursi da soli.

Da bambino

abitavo in periferia in una casetta con orto e giardino, tanti alberi da frutto e l’orto coltivato con un po’ di tutto, il resto si andava a comperarlo dal “botegher” dove trovavi tutto rigorosamente sfuso, andavi con la tua bottiglia a prendere l’olio … in quei 100/200 metri del tuo piccolo rione trovavi, il panettiere, il droghiere, il fruttivendolo, la latteria, il macellaio, il meccanico, il barbiere, due osterie, un bar normale e un bar delle putt… a quell’epoca non esistevano ancora i supermercati o stavano spuntando i primi, so che li chiamavano negozio dei poveri.

ora non c’è più nulla

ora non c’è più nulla di quanto ho appena raccontato, i nipoti o pronipoti non coltivano più non allevano più ne bovini ne maiali, forse qualche gallina si, giù nel rione non c’è più nessun botegher ne lattaio ne macellaio ecc. ci sono tanti locali vuoti.

ora tutto è in mano alla grande distribuzione … prima con i piccoli supermercati se non sono già chiusi lo saranno presto, spazzati via dai grandi super o iper, poi i centri commerciali che si sono mangiati parte dei negozi del centro, un tempo il centro città era un grande centro commerciale quindi ora e stato disgregato da più centri commerciali creati per le grandi aziende che possono investire e comandare il mercato.

i panifici

ai tempi del mio racconto c’erano quasi centocinquanta panifici rionali, ora saranno rimasti una trentina dei nostri e forse cinque di quelli stranieri che sono arrivati in questi ultimi anni.

un mostro divoratore

un mostro silenzioso che penetra inesorabile … ho visto i primi tentacoli arrivare dappertutto assieme allo sviluppo industriale delle società organizzate ma purtroppo anche nei piccoli paesini di campagna che prima ho descritto, assieme a quelle poche cose che i quasi autosufficienti si comperavano.

un lupo vestito da pecorella

ha iniziato proponendosi come nuova proposta dello sviluppo, piacevole, frizzante, dolce, colorata, fresca …

è solo l’inizio

come possiamo notare LA BIBITA INDUSTRIALE ha iniziato più di 60 anni fa a penetrare nella società, ora è normale la possiamo vedere dappertutto e sempre molto pubblicizzata, per aumentare il suo effetto la diamo ai bambini. Ho menzionato la bibita industriale simbolicamente perché è stata il vero inizio visibile, ma è stato solo l’inizio, la morte nera si è subito insinuata nei preparati alimentari ma prima ancora nell’agricoltura, la troviamo in forze nei “cibi spazzatura” , preferiti dal grande pubblico che vuole spendere poco.

purtroppo non basta

pensandoci un poco raggiungiamo la consapevolezza che evitando il cibo spazzatura eviteremo la morte nera … ma purtroppo non basta, si è meglio mangiare cibi semplici, classici come la frutta la verdura i cereali i legumi la carne il pesce ecc. ma se provengono da un’agricoltura convenzionale/intensiva perché deve costare poco e da allevamenti intensivi ecc. porti dentro di te un cibo impoverito e arricchito di sostanze nocive che vengono utilizzate in agricoltura o medicine per mantenere in vita animali che poi mangeremo. Anche se sono acconsentiti poiché in minima parte, prova a sommarli visto che sono presenti in ogni cibo. Il nostro corpo cerca di eliminare le sostanze nocive ma a un certo punto non ce la fa e poco a poco cederà alla morte nera.

è normale

ho notato che la medicina moderna si adegua alle malattie del proprio tempo, quindi oggi è normale ammalarsi di questo o di quello e quindi superare la malattia e giustamente mantenersi in vita con queste o quelle medicine.